C’è un posto di cui voglio raccontarvi, che mi ha
conquistata per la sua bellezza e per la sua atmosfera…e anche per la sua
cucina.
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Sì questa volta non è solo una casa ma anche un
agriturismo, con una cucina originale che propone menù con ingredienti locali e
tradizionali ma mai banali. Data la natura del mio blog però non è del cibo che
vi parlerò oggi, anche se vi consiglio di provarlo.
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Vi parlerò di come e perché mi abbiano conquistata il luogo
e la sua storia.
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Innanzitutto partiamo dai proprietari Susanna e Leonardo,
che hanno realizzato il loro sogno di costruire la loro casa e la sede della
loro attività agrituristica. Riassumo quanto mi ha raccontato Leonardo col dire
che dalla nascita del sogno alla sua realizzazione sono passati 10 anni, durante
i quali diversi impedimenti burocratici hanno complicato loro la vita. Entrambi
venivano da esperienze lavorative differenti, ma oggi sono sul fronte della
ristorazione: lei lo chef e lui il padrone di casa. L’attività comprende anche
coltivazione e allevamento finalizzate a fornire i prodotti per la ristorazione:
allevamento di conigli, polli, anatre ed oche, coltivazioni di ortaggi vari a
seconda della stagione e in particolari la patata DOP del Montello, detta la
Carantina, e non dimentichiamo la produzione di vino, Prosecco Fermo e Cabernet
Franc con taglio di Merlot.
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Veniamo ora al luogo. Per chi non lo sapesse, Nervesa si
trova sul Montello, un rilievo situato fra il fiume Piave e Treviso. Un luogo
molto verde, meta per tanti di piacevoli passeggiate a piedi o in bicicletta,
amato e frequentato per la sua bellezza e per la varietà di ristoranti, trattorie,
osterie e agriturismo che offre.
Per me Montello vuol dire ricordi di infanzia: raccogliere
le castagne passeggiando con i nonni, mangiare polenta e funghi, aspettarsi che
uno gnomo sbuchi all’improvviso dai cespugli come nelle fiabe….
Ma anche entrare in case in stile rustico, veneto, calde
accoglienti e circondate dalla natura.
E questa è l’atmosfera che ho trovato all’Erba matta. Fuori
e dentro. Con un’aggiunta di luminosità nei colori che svecchia lo stile
rustico. E qualche riferimento alle baite di montagna.
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Tornando al racconto di Leonardo, lui aveva ben chiaro come
doveva essere costruito l’edificio: il progetto di una struttura che unisse
stile e materiali tipici della zona, sfruttando sia la tradizione sia la tecnica
moderna, ma senza che quest’ultima fosse evidente e preponderante. Un elemento
importante era l’armonia con l’ambiente naturale circostante ma anche con il
contesto rurale, prima ancora che il rispetto dei vincoli
urbanistico-paesaggistici.
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Alla fine ce l’ha fatta: pietra, mattoni, marmo, legno,
ferro si fondono perfettamente con accorgimenti strutturali e funzionali più
moderni come i pannelli fotovoltaici di tipo amorfo della Inventux, il riscaldamento a
pavimento con pompa di calore Rotex, e l’uso dell’acciaio COR-TEN.
In particolare a me fa impazzire la scala!
Il risultato è visibile nelle foto che seguono, per le
quali devo ringraziare l’amico Mario Grespan che mi ha accompagnata e le ha
scattate per il mio blog.
L’atmosfera però dalle foto si può solo intuire per assorbirla
dovete essere lì!